Ho trovato molto interessante leggere, in alcuni
blog, i post relativi alla collaborazione tra genitori e figli nello
svolgimento dei lavori domestici.
Penso sia
importante delegare certi compiti ai nostri bambini in modo che possano
imparare a prendersi cura di se stessi e coltivino il senso di appartenenza
alla propria famiglia.
Contribuire alla quotidianità famigliare
servirà ad insegnare loro autodisciplina, a migliorare la propria autostima e a
costruire un senso di orgoglio per mezzo della realizzazione dei propri
obiettivi.
I compiti domestici non sono una punizione e
non li si deve interpretare come tali, ma non sempre alla richiesta di aiuto i
bambini reagiscono con entusiasmo, quindi bisogna rendere l’esperienza più
piacevole e divertente possibile.
Si possono inventare sfide sempre più
complesse puntando sulla competitività, magari inserendo delle ricompense (anche
se credo che nel lungo periodo non funzionino) oppure spronandoli al
raggiungimento di un obiettivo, come migliorare le proprie prestazioni o
diminuire il tempo della loro realizzazione.
Importante inoltre è interrompere la
routine, anche con semplici modifiche alla quotidianità: decidere dei menu
differenti, cambiare posto ai commensali, stendere a turno per colore o fare il
letto di qualcunaltro e molte altre idee originali.
I bambini bramano il sentirsi importanti e
necessari, soprattutto in famiglia, e attribuire questo significato ai compiti che richiediamo loro di svolgere
è un grande incentivo.
Credo inoltre sia necessario lasciarli
liberi di poter sperimentare le
modalità operative che riterranno necessarie e utilizzare i tempi che saranno
più naturali per loro, per creare e preservare in loro il senso di autonomia e
sicurezza di sé; ovviamente rimanendo sempre presenti, disponibili e
flessibili.
Non ci si può aspettare che un bambino possa
svolgere gli stessi compiti di un ragazzo quindi ad ogni età il suo compito,
anche se ogni famiglia ha i suoi riferimenti.
Penso comunque che anche i più piccoli
debbano avere delle responsabilità.
Bambini da 18 mesi - 2 anni
-sistemare le calze, che è
anche una buon metodo per insegnare i concetti tra uguale e
diverso,
-raccogliere i giocattoli,
-portare la propria biancheria da lavare nel
cesto adeguato.
Bambini da 3 a 6 anni
-aiutare nel riporre la spesa,
-aiutare ad apparecchiare la tavola,
-asciugare alcuni piccoli oggetti che escono
dalla lavastoviglie,
-assistere l’adulto in cucina per la
preparazione di alcune pietanze,
-piegare piccoli indumenti,
-dividere gli indumenti del bucato,
-aiutare a fare i letti,
-aiutare ad innaffiare le piante,
-aiutare a curare il giardino.
Bambini da 6 a 10 anni
-gestire la raccolta differenziata dei
rifiuti,
-apparecchiare e sparecchiare la tavola,
-cucinare alcune pietanze,
-piegare i propri indumenti e riporli,
-stendere il bucato,
-fare il proprio letto,
-gestire gli animali domestici.
Dai 10 anni in poi aumenteranno le
responsabilità e i ragazzi miglioreranno
i tempi e i risultati del proprio operato, fino ad essere completamente autonomi
ed efficaci.
Alcuni errori che si potrebbero evitare per
ottenere un miglior risultato:
-Non insistere sulla perfezione.
Non terminare il lavoro al loro posto o
modificarlo in loro presenza perchè potrebbe minare la loro autostima.
-Non aspettiamo che i
bambini crescano troppo.
Si potrebbe pensare che i bambini
siano troppo piccoli, ma i nostri
figli possono essere più capaci
di quanto si pensi, inoltre non c’è migliore
insegnamento dell’imparare facendo.
-Non essere avari
di lodi.
Non aspettate che il lavoro sia terminato, ma incentivare spesso il loro operato
per creare una dinamica positiva.
-Non essere incoerenti.
Se non diamo regolarità
e costanza al nostro agire i nostri figli potrebbero pensare che si possa
lasciare il lavoro incompiuto e che verrà terminato da qualcun altro.
Insieme ai nostri figli potremo scegliere il metodo migliore per assegnare i vari compiti:
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