Se
siete amanti della natura e, insieme ai vostri figli, osservate spesso le flora
che vi circonda, troverete molto stimolante proporre loro di realizzare un
erbario.
Cos’è un erbario?
Un
erbario è una raccolta di piante essiccate e identificate classificandole secondo
vari criteri o una struttura museale espressamente dedicata alla conservazione
e alla consultazione di tale materiale.
Nel
nostro caso faremo riferimento alla prima definizione del termine.
Quasi
tutti gli ambienti naturali sono adatti per la ricerca di piante per l'erbario,
anche nelle città è possibile trovare degli esemplari molto interessanti, basta
non prendere campioni dai parchi e dai giardini!
Sarebbe
però perfetto poter contare sulla ricchezza di fiori e piante che vivono nei
boschi, in campagna o sulle coste.
Questa
è una lista delle informazioni che si potrebbero registrare nel nostro erbario:
·
Nome: locale e scientifico;
· Località:
essere precisi, inserire una mappa dell’area sarebbe perfetto;
·
Habitat: caratteristiche del terreno, tipo di vegetazione, associazioni con
altre piante;
·
Portamento della pianta: descrivere la dimensione e la forma della pianta
(albero, arbusto, ecc );
·
Steli e tronchi: altezza e diametro, colore, consistenza, spessore e durezza;
·
Foglie: decidue o sempreverdi, colore, consistenza e aspetto generale,
orientamento;
·
Infiorescenze e fiori: colore, aspetto (se aperto o chiuso);
· Frutti
e semi: dimensione, forma, colore, consistenza;
·
Organi sotterranei: forma e dimensione;
·
Odore: appuntare le caratteristiche del profumo, specialmente delle parti
tagliate e dei fiori;
·
Linfa o lattice: notare il colore, la consistenza;
· Possibili
usi.
Scattare
delle fotografie di ogni pianta nel suo ambiente naturale inoltre può
arricchire la qualità del nostro erbario, non solo esteticamente, ma anche dal
punto di vista scientifico.
Quali
sono i passaggi?
In
primo luogo è necessario raccogliere le piante in modo corretto.
Assicurarsi
di dare le informazioni necessarie ai vostri bambini sulle piante che possono
provocare reazioni allergiche o pungere, ecc. prima di iniziare a raccoglierle.
Se è
possibile, scegliere tutte le parti della pianta che abbiamo deciso di inserire
nel nostro erbario (radice, corteccia, foglia, fiore, frutto, seme, ecc).
Successivamente
è necessario trovare un luogo temporaneo idoneo dove le nostre piante non
marciscano o sistemarle direttamente tra i fogli dell’erbario pronte per
l’essiccazione.
Posizionare
con cura le varie parti della pianta in modo che si possano mostrare in modo
chiaro.
Per
il compleanno hanno regalato a M un erbario e questa estate, andando a trovare
una cara amica nel suo vivaio, ne abbiamo approfittato per prendere le foglie e
i fiori necessari per poterlo cominciare.
Abbiamo
passeggiato tra le varie sezioni del vivaio, raccolto petali e foglie (i semi,
le radici e le altre caratteristiche le abbiamo cercate a casa) e disposti sul
cartoncino apposito con il nome di riferimento.
Ci
sono vari libri disponibili per la classificazione delle piante, alcuni sono
molto completi, altri sono manuali relativi ad un particolare gruppo di piante
(ad esempio di una certa area geografica o di un habitat tipico, ecc.), ma nessuno
di questi potrà coprire tutti gli esemplari che si possono trovare durante i
nostri possibili viaggi.
Leggendo
nei libri che abbiamo nella nostra libreria M ha ricordato con entusiasmo le
sequoie, i cipressi e i Joshua Tree della California e la lussureggiante
vegetazione delle paludi alle Everglades in Florida che ha potuto visitare
negli anni scorsi.
Curiosità
Le
origini dell’erbario.
Il
primo botanico riconosciuto come l'inventore dell'erbario è Luca Ghini (1490-1556)
da Bologna.
E’
tra i primi botanici ad utilizzare il metodo di conservazione e catalogazione
delle piante degli erbari mediante essiccazione, ottenuti sottoponendo a forte
pressione i reperti tra fogli di carta.
Era
un medico e insegnante ben noto tra gli atenei di Bologna e Pisa, dove fonda
nel 1545 l’Orto dei Semplici, il primo orto botanico universitario del mondo.
Nello
stesso anno fonda l'Orto botanico di Firenze che, con quello di Padova, è tra i
primi orti botanici universitari del mondo, utilizzati come sussidio didattico
e per la ricerca.
Non si
hanno particolari informazioni circa il suo erbario, che è andato perduto,
anche se quello dell'allievo di Ghini, Gherardo Cibo, è ancora conservato a
Roma.
In
diverse città europee, sono attualmente conservati più di venti erbari creati
prima del 1600.
La prima
pubblicazione registrata relativa alle specifiche per realizzare un erbario è
datato 1606, scritta dal Bruxelles nativo Adrian Spieghel .
Una
volta finito avremo un prezioso oggetto di scienza e, in alcuni casi,
un’estrosa opera d’arte.
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