Questi sono solo alcuni
dei travel movies che mi hanno affascinato ed ispirato
Una volta che ho
finito di vedere uno di questi film, sento il bisogno immediato di
impacchettare tutto ed esplorare il mondo.
Quindi, se siete
alla ricerca di una motivazione per spingervi in un'avventura nel
mondo, "spaparanzatevi" sul divano e guardate un paio di
questi grandi capolavori con una ciotola di pop-corn. Basta che una
volta ogni tanto riusciate a scendere da quel divano e sperimentare
l'avventura, perché non importa quanto bene siano girati questi
film, non potranno mai replicare le incredibili esperienze fuori
dalla porta di casa vostra.
I RACCONTI DELLA MOTOCICLETTA
"1952.
Due giovani studenti universitari, Alberto Granado ed Ernesto Guevara
partono per un viaggio in moto che li deve portare ad attraversare
diversi paesi del continente latinoamericano. Quella che doveva
essere un'avventura giovanile si trasforma progressivamente nella
presa di coscienza della condizione di indigenza in cui versa gran
parte della popolazione. Quel viaggio cambiera' nel profondo i due
uomini. Uno di loro diventera' il mitico "Che" mentre
l'altro, ancora vivente, e' medico a Cuba. Uno degli applausi piu'
lunghi alla proiezione stampa di Cannes 2004.
"...un
film che propone la gioventu' come 'luogo' in cui scoprire dei valori
personali e decidere di impegnarsi per degli ideali, risponde a un
bisogno profondo. Due studenti che...si mettono in viaggio come
spericolati turisti e si trovano alla fine 'uomini' perche'cambiati
dentro"
Ambientato
in Sud America questo film ricco di riflessioni offre incredibili
immagini del paese, dai deserti alla foresta pluviale, vi faranno
venire voglia di saltare su una moto ed esplorare il continente.
INTO THE WILD
"Into
the wild è la libera trasposizione del libro di Jon Krakauer "Nelle
terre estreme" diventato un classico della sottocultura urbana.
Sono
due gli elementi che hanno guidato Penn nel doppio binario della
regia e della sceneggiatura. Il tema della fuga ma soprattutto quello
dell'inseguimento di un qualcosa che faciliti la conoscenza di sé.
Pura
celebrazione della libertà e della ricerca della libertà, la
pellicola racconta la vera storia di Christopher McCandless, un
giovane benestante che rinuncia a tutte le sue sicurezze materiali
per immergersi all'interno della natura selvaggia. Il fascino della
selvatichezza dell'ambiente, le difficoltà dei legami di sangue,
l'individualismo contro il bisogno di amore e le contraddizioni
dell'idealismo nelle sue spinte critiche ma anche arroganti.
Tutti
le persone che Chris incontrerà lungo il suo peregrinare oltre a
colmare un vuoto familiare, fonte di profonde sofferenze, amplificano
l'idea di un percorso a stadi funzionale a liberarsi da qualsiasi
dipendenza da ogni tipo di comfort e privilegio. L'acquisizione della
saggezza avviene quasi per osmosi attaverso la spontaneità e la
profondità degli incontri fatti."
"...Penn
gioca di forti contrasti nell'alternare gli ampi spazi dei diversi
paesaggi mostrati al costante senso di vuoto del ragazzo che risulta
essere una pura estensione dell'enormità della natura."
Ci si
incanta tra i paesaggi fino a sentirne il profumo della libertà che
rappresentano.
LAWRENCE D'ARABIA
"Durante
la guerra 1914-18 il tenente Thomas Edward Lawrence (1888-1935),
agente del servizio segreto britannico, trasforma in guerriglia la
rivolta degli arabi contro i turchi, guida i beduini alla conquista
di Damasco e poi si ritira nell'anonimato. In questo sontuoso
megafilm epico su uno dei più affascinanti avventurieri del primo
Novecento il vero protagonista è il deserto. Solida sceneggiatura di
Robert Bolt, splendida fotografia, musica sovrabbondante, 7 premi
Oscar (miglior film, regia, fotografia, colonna sonora, scenografia,
montaggio e suono). All'epoca O'Toole fu una rivelazione.
Ripristinato nel 1989 dallo stesso Lean in un'edizione di 212
minuti."
Immagini
mozzafiato dello sconfinato deserto.
SIDEWAYS
"Il
gusto di queste emozioni, hanno dato vita a un film, un road movie,
dove l'amicizia fra due uomini di mezza età, è la dolceamara
riflessione sul continuare a essere dei "novelli" giovani o
apprezzare i piaceri della maturità, dell'invecchiamento.
Jack
(Thomas Haden Church) è un attore di soap opera in procinto di
sposarsi. Il suo migliore amico Miles (Paul Giamatti), bruttino,
dolorosamente divorziato da due anni, e scrittore non proprio di
successo, decide di fargli un regalo speciale. Una settimana sulle
strade del vino della California, per un piacevole e intenso addio al
celibato fra calici di nettare e campi da golf.
Incontreranno
anche l'amore, e Miles conoscerà Maya (Virginia Madsen), che, come
lui, vive per la gioia di una buona bottiglia.
Ironico
e riflessivo, il film di Alexander Payne, delinea i personaggi, le
loro forze, le loro debolezze, e le mette in parallelo al vino, alle
modalità dell'invecchiamento, di conservazione, di degustazione. I
sette giorni che Miles e Jack trascorrono insieme sono il percorso di
crescita di due uomini, profondamente diversi fra loro, ma legati da
un'amicizia ventennale. La cultura di Miles, espressa da un
irresistibile Paul Giamatti (le sue battute scandiscono il film), si
scontra con l'istinto animale e grezzo di Jack."
Gli
orizzonti, le gite, le passeggiate e le cene piccoli rituali che
scandiscono il viaggio tra i profumi dei vigneti californiani.
UNA STORIA VERA
"La
vera storia di un 73enne deciso a far visita al fratello. I due non
hanno mai avuto un grande rapporto. Alvin decide di affrontare il
viaggio, intenzione che crea le giuste angosce alla figlia Rose. Ma
il vecchio è irremovibile. Il viaggio non è facile, il mezzo che ha
scelto è un trattore piuttosto malconcio e la strada è lunga da
Laurens nell'Iowa a Mt.Zion nel Wisconsin. Molti gli incontri,
compresa una coppia stralunata di fratelli meccanici (in perfetto
stile Lynch). Il regista ha inteso dimostrare di saper costruire e
dirigere una storia più realistica e lontana dai film visionari che
lo hanno da sempre caratterizzato. La scommessa è riuscita in pieno,
grazie anche alla bravura di Richard Farnsworth. Commovente, ironico
e avvolgente è un film che resta."
Un
"road movie a quindici chilometri all'ora" come l'ha
definito l'art director Jack Fisk
dallo
Iowa al Wisconsin un paesaggio che riesci a gustarti appieno.
LITTLE MISS SUNSHINE
"Sheryl,
moglie e madre per vocazione, alle prese con il secondo matrimonio,
fatica a reggere le fila di un nucleo familiare assemblato a suon di
copia-incolla: Richard, marito/padre alla ricerca ossessiva di un
improbabile successo editoriale, Dwayne e Olive, rispettivamente
adolescente ribelle e mini-reginetta di bellezza di provincia, il
nonno, cacciato dalla casa di cura perché cocainomane, e, ultimo in
ordine di arrivo, lo zio Frank, fratello di Sheryl reduce da un
tentato suicidio. Una sgangherata famiglia, quella degli Hoover, che
si ritroverà in viaggio su un cadente pulmino verso il concorso di
bellezza per bambine più famoso della California, Little Miss
Sunshine, per cui la piccola Olive è stata selezionata.
Il viaggio, a dir poco movimentato, ridefinirà i rapporti, e darà occasione a ciascuno, in modo inatteso e imprevedibile, di riconciliarsi con se stesso prima che con gli altri. Due registi esordienti, un cast di tutto rispetto, una sceneggiatura brillante sostenuta da un concept temerario. Ci troviamo dinnanzi a qualcosa di raro: un'opera fresca, capace di intrattenere e al contempo canalizzare emozioni in modo naturale.
Il viaggio, a dir poco movimentato, ridefinirà i rapporti, e darà occasione a ciascuno, in modo inatteso e imprevedibile, di riconciliarsi con se stesso prima che con gli altri. Due registi esordienti, un cast di tutto rispetto, una sceneggiatura brillante sostenuta da un concept temerario. Ci troviamo dinnanzi a qualcosa di raro: un'opera fresca, capace di intrattenere e al contempo canalizzare emozioni in modo naturale.
Rigorosamente
on-the-road, si celebra a tutto tondo l'eccentricità del paradosso
umano, a passo spedito attraverso le potenziali paludi della
tragicommedia, battendo sentieri prossimi alla black comedy fino ai
lastricati viottoli del grottesco suggerito. La sensazione, esaurita
la trance cinematografica, già di per se indicativa della qualità
della pellicola, è quella di un'opera realizzata da qualcuno che
aveva realmente voglia di farlo. Tutto ciò non è poco. Anzi, è
tanto."
Un film
esilerante a tratti psicologico, dove l'on the road ci accompagna con
suo vento in faccia e l'asfalto sotto le ruote.
THE LORD OF THE RINGS
"Questo
è un film destinato non solo ha chi ha letto e riletto la trilogia e
ne è un tenace sostenitore, ma a un pubblico che voglia godere di un
film ad alto tasso di spettacolarità capace però di conservare ai
protagonisti delle caratteristiche di 'umanità' che non li facciano
sentire distanti."
"Al
di là delle vicende avventurose e dei numerosi effetti speciali,
provate ad osservare le scenografie. Che si tratti della Nuova
Zelanda fotografata come un luogo magico (e ai nostri occhi lo è) o
delle ricostruzioni elettroniche o in studio, la cura dei particolari
e il lavoro sulla trasfigurazione di correnti artistiche ed
architettoniche è di un'efficacia tale da fare degli ambienti dei
protagonisti. Il che significa anche non tradire Tolkien che aveva
realizzato, come è noto, mappe dettagliate dei luoghi in cui aveva
ambientato le vicende fantastiche."
Il
tema del Viaggio è fondamentale nel racconto ma anche se è da
intendersi come concetto simbolico
non si può rimane impassibili di fronte ai magici fondali della
Nuova Zelanda.
INDIANA JONES
Dall'Egitto
all'India, Indy ci ha mostrato il mondo e la mitologia delle culture
antiche. Il film ha esaltato l'avventuriero che c'è in noi e ha
contribuito a promuovere l'amore per la storia. Inoltre ci ha fatto
conoscere le meraviglie di Petra, in Giordania. Chi non ha voluto
visitarla dopo aver visto "Indiana Jones e l'ultima crociata"?
Nonostante il quarto capitolo, non molto brillante, questi film
rimangono nella memoria per quel gusto di scoperta e viaggio che ti
lasciano dentro.
EASY RIDER
"Billy
e Wyatt, con i serbatoi delle moto imbottiti di droga, attraversano
il sud dell'America in cerca di fortuna. Arrestati per aver sfilato
insieme a una banda senza l'apposito permesso, vengono aiutati da un
avvocato che decide di unirsi alla loro avventura.
Road
movie sceneggiato dai due interpreti principali, Peter Fonda e Dennis
Hopper, e diretto da quest'ultimo, Easy
Rider è
un racconto sulla libertà, un viaggio che ha per meta il Carnevale
di New Orleans, la festa della città sul grande Delta.
E
stavolta è necessario un racconto amarissimo e crudele, che alla
fine indigna senza parole, per denunciare lo squallore e la paura
della provincia bianca e borghese del sud nel 1969. Una paura che si
manifesta rozzamente nei confronti di qualsiasi minima e pericolosa
traccia di diversità. Se a questo aggiungiamo l'evidenza di un
grande cinema, in cui i paesaggi che cambiano, gli interpreti e la
musica sembrano danzare all'unisono una ballata disperata senza
scampo, allora, forse, diventa facile per lo spettatore riconoscere
la presenza di una visione unica e irrepetibile nell'immaginario
cinematografico. E nella quale la mano dell'autore, (con quegli
scatti di montaggio che anticipano spesso le inquadrature successive)
si rivela in tutta al sua destabilizzante natura.
E
quando il desiderio di libertà si cristallizza in fuga e assume
sembianze allucinatorie e lesionanti, come nella sequenza dell'acido,
le voci e le immagini si fondono, delirano, e trascinano chi guarda
lentamente alla deriva."
Classico
road movie lungo le polverose strade americane in sella ad un chopper
accompagnato da una splendida colonna sonora.
IL GIRO DEL MONDO IN 80 GIORNI
"Mr.
Fogg scommette con gli amici che farà il giro del mondo in soli 80
giorni. Alla fine la scommessa sembra perduta per sole 24 ore.
Sorpresa finale.
Tratto
dal romanzo (1873) di Jules Verne non è un film, ma un filmone, un
filmissimo. 160 giorni di lavorazione e più di 40 star compaiono nel
viaggio. Niven è impeccabile, la MacLaine sprecata e Cantinflas
eccede.
Prodotto
da Michael Todd che ne è il vero autore, girato in Todd AO, incassò
23 milioni di dollari, ebbe 5 premi Oscar (miglior film,
sceneggiatura, fotografia, musica, montaggio).
AUTORE
LETTERARIO: Jules Verne"
Un
viaggio tra le meraviglie del mondo, una bellissima fotografia che
racchiude in se la suggestione di immagini da cartolina
retro.
LA MIA AFRICA
"Nel
1914 la danese Karen Dinesen arriva nel Kenya per occuparsi di una
piantagione di caffè, acquistata dal marito (e cugino), il barone
svedese Bror von Blixen-Finecke che, dopo averla contagiata di
sifilide, la trascura.
Divorziata,
s'innamora di Denys Finch-Hatton, inglese avventuroso, che muore in
un incidente aereo.
7
premi Oscar (film, regia, musica, scenografie, sceneggiatura, suono,
fotografia) per il più accademico dei film di Pollack: prolisso, un
po' leccato, romanticissimo, quasi fotoromanzo. Ma c'è un lirismo
autentico di fondo che lo riscatta.
Sceneggiatura
di Kurt Luedtke, basata sul libro omonimo (1937) di ricordi di Isak
Dinesen, pseudonimo di Karen Blixen.
AUTORE
LETTERARIO: Karen Blixen."
La
magia dei colori dell'Africa che catturano con la loro insita
nostalgia.
Schede Film
http://www.mymovies.it/
Schede Film
http://www.mymovies.it/
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